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Claudio è stato il mio trainer di PNL ed è la scelta che consiglio a tutti coloro in cerca di strategie serie ed efficaci nel campo della formazione aziendale e personale

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Francesco Tesei

Mentalista numero uno in Italia

Daniela Morandi

Nutrizionista, Autrice

Dott. Nunzio Lella

Executive President AIEF

Il percorso con Claudio ha totalmente cambiato la mia vita dandomi modo di realizzare i miei progetti più belli. Straordinario davvero!

Il percorso con Claudio ha totalmente cambiato la mia vita dandomi modo di realizzare i miei progetti più belli. Straordinario davvero!

Francesco Tesei

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Da responsabile formazione ho conosciuto bene il mercato italiano ed estero, Claudio Belotti e il suo team sono l'eccellenza, offrono strumenti che danno risultati reali sul campo, l'unica cosa che conta nella vita professionale e privata

Da responsabile formazione ho conosciuto bene il mercato italiano ed estero, Claudio e il suo team sono l'eccellenza, offrono strumenti che danno risultati reali sul campo: l'unica cosa che conta nella vita professionale e privata

Francesco Tesei

Mentalista numero uno in Italia

Daniela Morandi

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Dott. Nunzio Lella

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I nostri clienti

Certificazioni e riconoscimenti

La qualità dell’intervento formativo è Garantita da certificazioni riconosciute a livello nazionale e internazionale. Extraordinary è un ente accreditato con:

  • Certificazione ISO 9001:2015 per la progettazione ed erogazione di servizi di formazione e coaching
  • Qualifica di Senior Practitioner rilasciata dall’European Mentoring & Coaching Council (EMCC).

Inoltre, i percorsi in Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) sono certificati dalla NLP Society, di Richard Bandler, uno dei fondatori della disciplina.

Questi riconoscimenti confermano l’impegno di Extraordinary nel garantire standard elevati, aggiornamento continuo e serietà nella gestione di ogni progetto formativo.

Perchè abbiamo abbiamo scelto EMCC

Una volta i Coach erano solo gli allenatori sportivi, non esisteva la professione come la intendiamo oggi.

Il Coaching, così come lo interpretiamo noi, non esisteva nemmeno nel mondo del business.

È arrivato negli anni ‘80 grazie alla voglia di avere risultati velocemente.

C’è sempre stato il mentoring, che nella maggior parte delle culture era ed è un approccio non direttivo, che ha lo scopo di accompagnare le persone a crescere e maturare per poi prendere decisioni personali di qualità.

Il mentoring ha influenzato il Coaching moderno (almeno come lo facciamo noi) e ha diverse sovrapposizioni.

Quello che veniva chiamato “Coaching tradizionale” era quel processo dove un istruttore dava istruzioni da eseguire come erano fornite, stile istruttore in palestra.

Grazie al boom della crescita personale (negli USA divisa tra self-help e self-development) negli anni ’90 il Coaching si è sviluppato moltissimo, sia come lo conosciamo noi (con Tony Robbins e tutto il mondo PNL) sia grazie a due organizzazioni che hanno dato forma al concetto di Coaching organizzato.

In Europa l’European Mentoring Centre, ora diventata l’European Mentoring and Coaching Council (EMCC), è nato da un gruppo di accademici, professionisti delle risorse umane e operatori del settore.

La prima sede fu presso la Sheffield Hallam University, e nacque con lo scopo di definire la portata e il ruolo della professione.

Nel 1995, negli USA, da un accordo tra professionisti, nacque la International Coach Federation che si espanse rapidamente in tutto il mondo, considerando come suo mercato il mondo intero mentre EMCC ha focalizzato le sue ambizioni in Europa; solo negli ultimi anni ha sviluppato strutture regionali più ampie.

Ad oggi ICF è l’organizzazione più grande con 52.324 membri (dato di agosto 2023 di cui la metà negli USA); mentre EMCC dichiara 13.990 membri attivi (a novembre 2023).

Queste due realtà sono ad oggi le due più grandi e riconosciute, anche se è corretto nominare anche l’Associazione per il Coaching e l’Associazione Internazionale per il Coaching.

Ovviamente ci sono molte associazioni di Coaching locali che però hanno una reputazione e un impatto spesso basso.

Dopo una lunga riflessione e analisi, e dopo aver conosciuto e valutato molte associazioni nazionali e internazionali noi di Extraordinary abbiano deciso di accreditarci presso EMCC, per diverse ragioni.

Attenzione! Si parla di accreditamento, non di certificazione.

Chi usa il termine “certificazione” in questi casi fa un errore, spesso per ignoranza e/o per malafede.

La nostra scelta, guidata da me, è figlia delle mie opinioni (sicuramente influenzata dai miei bias cognitivi) e dalla ricerca che ho fatto sul campo, con tutte le delusioni e menzogne.

Sicuramente la mia è una riflessione personale che ad alcuni non piacerà. Ci sta, come detto, è la mia opinione, condivisa dai miei colleghi della Extraordinary Coaching School.

Abbiamo scelto di accreditarci in EMCC perché è più vicina ai nostri modi sia nell’etica sia nella professionalità.

A mio avviso più grande non è sempre garanzia di migliore nella qualità.

Ecco alcuni dei fattori chiave che hanno guidato la nostra decisione:

Status e struttura

Partiamo dal concetto che un organismo professionale dovrebbe essere un’entità senza scopo di lucro gestita da e per conto dei suoi membri, che svolgono un determinato mestiere o professione.

EMCC, a differenza di altre, è infatti gestita secondo le linee tradizionali degli organismi professionali, con un esecutivo interamente volontario e con il potere distribuito principalmente alle associazioni nazionali e regionali.

Altre realtà sono invece organizzate come una società, con una struttura di potere centralizzata e con un consiglio di amministrazione volontario e un personale retribuito numeroso.

Questa che potrebbe sembrare una piccola differenza cambia: la cultura, i giochi di potere e chi/come/perché si accredita come Coach.

Un’organizzazione di tipo aziendale tende:

• A vedere le altre associazioni come concorrenti e ad agire di conseguenza, creando una tensione tra la competizione e la collaborazione

• Definire da sola gli standard (competenze), il codice di condotta eccetera… senza confrontarsi con altre realtà

• Ad accreditare anche per interessi di raccolta economica

• Essere un’organizzazione più orientata al commercio nel settore (che sicuramente aiuta ad avere i mezzi per finanziarsi e porta il focus sul lato economico) e, nello stesso tempo, meno su quello dello sviluppo, ricerca, qualità eccetera.

Io credo che ogni organizzazione di questo genere, mondiale o nazionale, dovrebbe affrontare la stessa sfida: far conoscere il coaching in modo adeguato, regolamentare la professione e unire professionisti qualificati nella collaborazione condivisa.

Ovviamente una struttura ampiamente centralizzata e più commerciale ha più efficienza e un approccio al business.

EMCC ha una forma di governance molto distribuita, in cui le oltre trenta associazioni in tutto il mondo votano sulle decisioni prese da un comitato esecutivo.

Questo è meno efficiente ma più democratico e rispettoso della diversity culturale, di approccio e di mercato.

Le varie organizzazioni nazionali in EMCC sono proprietarie del processo di governance.

Questo rispetta e valorizza la diversità, non si chiede alle persone di “fare gli americani”, bensì di portare la propria unicità all’interno del gruppo.

Certo il processo decisionale richiede più tempo e può essere meno efficiente ma essendo io allergico ai “protocolli” lo preferisco perché più rispettoso, personalizzato e umano.

Il pubblico

Le organizzazioni diverse da EMCC sono molto chiare: si rivolgono esclusivamente a Coach e in particolare ai Coach professionisti, inoltre  considerano il mentoring una cosa diversa da non mischiare con il Coaching.

EMCC offre l’adesione e l’accreditamento a Coach, Mentori e Supervisori, e l’adesione organizzativa anche agli acquirenti di Coaching o Mentoring.

Offre anche una qualifica per la gestione di programmi di Mentoring, Coaching e l’accreditamento per la supervisione dei Coach ritenendo queste cose in sinergia tra loro, cosa che condivido.

Ovviamente, mia sorella Patrizia Belotti (che lavora in azienda e in università) supporta a pieno questa idea.

Base teorica

Avendo EMCC un pubblico ampio rispetto agli altri (non di numero bensì di approccio, differenze culturali e professione), si considerano i membri (coach, mentori e supervisori) parte integrante e di reciproco supporto all’organizzazione, al processo e ai membri stessi.

Ci si aspetta che i Mentori abbiano competenze di Coaching e di essere dei modelli.

Inoltre, pur rispettano le differenze di ruolo, competenza ed esperienza, si considera ogni membro utile alla sinergia e non si valorizza solo chi ha qualifiche di vertice (magari conquistate politicamente).

Per dirla in modo semplice, la differenza è tra valorizzare il processo (protocolli, regole standard e stile unico) o come si fa in EMCC: valorizzare la relazione, la sinergia e la collaborazione in puro stile europeo.

Mentre in molte realtà c’è il requisito che i Coach utilizzino il meno possibile la propria esperienza e saggezza (personalmente ho avuto diversi feed back negativi per il mio stile di Coaching considerato troppo personale, diretto e assertivo nell’organizzazione americana); in EMCC si lascia che il Coach personalizzi il suo modo.

A differenza di altre realtà in EMCC si ritiene che il Coaching e il Mentoring siano due ruoli compatibili e sinergici, non alternativi all’interno di una relazione complessa e in evoluzione.

È  una questione di filosofia, valori e convinzioni.

Ecco perché credo che ogni Coach dovrebbe decidere con quale realtà si sente allineato prima di accreditarsi invece di guardare alla sola convenienza economica o alla visibilità sul mercato.

Fin dalla sua nascita, EMCC ha abbracciato il concetto di diversità di approccio e culturale, come ci insegnerebbe Erin Meyer.

Per esempio, se la cultura orientale o nordeuropea richiede approcci differenti, i principi guida fondamentali rimangono (etici per esempio), ma l’approccio può essere adattato alla situazione. In PNL lo chiameremmo “ricalco”.

È comprensibile che a differenza di EMCC, altri abbiano preferito una definizione universale di Coaching totalmente basata sulla cultura americana con un approccio monoculturale e univoco.

Così è più facile da gestire e da insegnare. Però, non funziona infatti nemmeno da Tony Robbins usiamo più da decenni quel metodo e il mio titolo e ruolo in quell’organizzazione ne sono la prova.

Dobbiamo tutti affrontare il paradosso tra diversità e standardizzazione, è difficile e impegnativo ma necessario.

Un metodo unico non funziona per tutti e nessuna linea guida crea il chaos, bisogna trovare il modo ecologico e sostenibile.

A differenza di EMCC le altre realtà più commerciali hanno opinioni diverse sull’importanza e il valore della supervisione.

Un’altra cosa che mi ha convinto è che in EMCC, la supervisione è essenziale per i professionisti del Coaching e del Mentoring, infatti viene consigliata anche ai principianti.

Altre organizzazioni, a causa dell’approccio commerciale che non vuole infastidire il cliente pagante, hanno adottato un approccio più consenziente richiedendo solo poche ore di supervisione in fase iniziale e nessuna dopo l’accreditamento.

Cioè è come se, una volta presa la patente, puoi guidare per sempre senza nessun controllo basta pagare la quota associativa.

Le differenze nella formazione e accreditamento avendo origini accademiche. In EMCC la procedura è strettamente allineata con gli approcci dell’istruzione superiore che è in effetti accreditata a loro volta da organismi accademici e normativi esterni.

Le altre realtà hanno, di fatto, solo un autoregolamento.

Queste realtà pongono più enfasi rispetto a EMCC sul numero di ore di Coaching svolto dal professionista.

In EMCC viene posta più enfasi sull’apprendimento che deriva dalla riflessione sulla pratica fatta rispetto alle ore svolte.

Anche qui qualità vs quantità.

Ovviamente entrambi i fattori sono rilevanti, ma se ci pensi, aver fatto per tanto tempo una cosa non è garanzia di aver imparato bene.

Se hai fatto male per tanto tempo senza una supervisione che ti corregge potrebbe essere anche controproducente.

Dover riflettere con un supervisore è invece garanzia di miglioramento e crescita continua.

Perché ci siamo accreditati a EMCC e non con altri?

È ovvio che la professione del Coach crescerà e si evolverà nel tempo.

Ci sarà sempre più bisogno di professionisti che affiancano le persone a gestire meglio sé stessi, la vita, il lavoro e così via, lo afferma da tempo anche la Harvard Business University.

Per questo il mercato crescerà nei numeri e nella maturità, chi non è capace di fare bene il lavoro scomparirà, succedere sempre così.

Probabilmente per questa ragione ci saranno sempre più macro aggregati che daranno servizi ai coach per aiutarli a crescere e fare networking. Queste realtà saranno anche gli interlocutori preferiti dalle istituzioni.

Come sempre la quantità all’inizio farà sentire la sua voce e la qualità farà la differenza nel tempo.

In un mercato che è diventato come quello di Marrakech è bene scegliere con attenzione chi ascoltare, da chi comprare e con chi associarsi per evitare fregature.

Il Coaching è una professione seria, che tratta con la vita delle persone e quindi richiede preparazione, onestà e competenza.

È solo una questione di tempo.

Il mercato, dopo una prima fase confusa dove c’è spazio per chiunque, si auto regolamenterà.

Meglio essere pronti e fare squadra con chi ha valori veri e condivisi oltre ad avere preparazione, onestà e competenza.

Per questa ragione io e il mio team della Extraordinary Coaching School abbiamo scelto EMCC.

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Claudio Belotti

Autore, TEDx Speaker, Executive Coach, NLP & Tony Robbins Master Trainer

Sono stato definito da una giornalista del Corriere della Sera uno dei pionieri del Coaching in Italia e lavoro come Coach e Trainer da oltre 30 anni con migliaia di persone in 4 continenti, a stretto contatto con top manager, imprenditori ed eccellenze del made in Italy.

Ho creato il metodo originale One Hand Coaching, e sono uno dei soli dodici “Master Trainer” al mondo scelti personalmente da Tony Robbins.

Sono docente alla “Anthony Robbins Leadership Academy”, al “Leadership Program”, alla “Mastery University” e nei corsi tenuti nel mondo.

Sono il primo al mondo ad aver ricevuto direttamente da Richard Bandler il titolo di “Master Trainer in NLP for Business” e l’unico al mondo a essere Master Trainer sia per Robbins sia per Bandler.

Sono accreditato Senior Practitioner presso la prestigiosa European Mentoring and Coaching Council (EMCC).

In campo con i campioni

Il mio impegno come Mental Trainer nello sport mi ha permesso nel corso degli anni di lavorare al fianco di grandi professionisti del settore, contribuendo anche al successo di professionisti e squadre di alto livello come: Pallacanestro Olimpia Milano, Piacenza Volley, Inter FC e Atalanta BC.

Ciascuno di loro mi ha insegnato tanto, umanamente e professionalmente.

Dal basket, dove ho avuto l’onore di affiancare Dan Peterson e lavorare con Danilo Gallinari nell’Olimpia Milano per 3 anni, fino al settore giovanile dell’Inter FC – una delle squadre più vincenti tra le giovanili – con il quale ho collaborato per 7 anni, passando per la straordinaria esperienza con la Federazione Italiana di Pallavolo come docente di allenamento mentale.

Più ancora dei grandi traguardi raggiunti con i migliori professionisti e delle grandi soddisfazioni con i giovani, essere parte del mondo sportivo è per me una fonte inesauribile di grandi lezioni di vita e di emozioni forti, dentro e fuori il campo da gioco.