We can be Heroes

La sola creatività.

Raramente, la solitudine è stata oggetto di studio da parte della psicologia che ha indagato soprattutto le esperienze negative associate all’essere soli, in particolare alla solitudine. In PNL invece cerchiamo sempre l’eccellenza e promuoviamo la ricerca e l’applicazione estensiva di esempi positivi e comportamenti virtuosi, valorizzando le differenze e l’originalità. In questo senso una ricerca pubblicata di recente sulla rivista Elsevier ci offre un importante spunto di riflessione. Lo studio ci dice infatti che la capacità di stare da soli è spesso uno stato positivo, che può essere cercato piuttosto che evitato e un recente studio ha confermato ciò che molti di noi già sapevamo da lungo tempo: la collaborazione riduce il potenziale creativo del singolo, soprattutto quando possiede un alto quoziente intellettivo e Sheldon Cooper di Big Bang Theory ci insegna quanto spesso questo non faccia il paio con un altrettanto sviluppata intelligenza emotiva… E’ un genio o uno scriteriato, non riesco a capirlo! Infatti il “genio solitario che lavora da solo” è molto più probabile che sia anche un creativo rispetto a quanti cercano l’interazione e la collaborazione come metodo di lavoro: nulla di male insomma nella collaborazione, ma sono approcci differenti e se da leader ti trovi a dover gestire persone con caratteristiche differenti è bene sapere come ottenere il meglio da ciascuna. Costringere le persone creative a “collaborare” semplicemente espone alla concreta possibilità che ciò ottunda la loro creatività. La collaborazione, che è uno strumento di lavoro fondamentale in ogni realtà professionale, mal si concilia con le espressioni creative perché il grande box della collaborazione in fondo è una ambiente sicuro che cerca di mettere al riparo dagli errori e attraverso il confronto – soprattutto quello che è frutto di una buona negoziazione – far emergere sempre la soluzione che soddisfi tutti. Ma la soluzione buona per tutti è davvero ciò di cui abbiamo bisogno? Quando si parla di creatività, probabilmente la risposta è no. La creatività infatti è fatta anche di grandi errori. Se nella propria squadra si hanno creativi con grandi idee, si deve accettare la possibilità che essi facciano anche grandi sbagli, prendano abbagli e commettano errori di valutazione ed è importante che lo facciano da soli. La sperimentazione e l’errore sono un prezzo da pagare per l’innovazione e l’originalità e poi, in fondo, sono ciò che fa davvero la differenza. 

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