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5 abitudini per scoprire di essere felici

Tanti anni fa andammo a Euro Disney Paris per festeggiare i dieci anni di Martina. Furono dei giorni ricchi di magia. Ne scrissi in un post sul mio blog per raccontare quella esperienza e renderla viva e accessibile alle persone grazie alla scrittura.

Quella esperienza – nata da una piccola delusione – mi aiutò a raccontare attraverso il raffronto con quanto vissuto a Disneyland a Los Angeles e Disney World a Orlando quale fosse un aspetto fondamentale di questi parchi.

La realtà è che la magia non era creata da castelli, attrazioni, giostre e fuochi d’artificio. La vera magia era creata dalle persone. E negli Stati Uniti, nella patria di Walt Disney, le persone riescono a fare la differenza in modo straordinario perché non fanno le comparse: esse sono i personaggi che animano.

Allo stesso modo le aziende, come la famiglia, e all’interno di organizzazioni più o meno grandi, ciò che la costituisce sono proprio le persone. E le persone vivono di emozioni. Quali possono essere i risultati di una azienda che suscita emozioni negative nei propri dipendenti? E che vita si può vivere in un famiglia non sa gioire, divertirsi, giocare?

Ciascuno di noi per questa ragione ha una grande responsabilità: la responsabilità di vivere e provare emozioni positive. Solo in questo modo cambierà l’esperienza della vita che vivi. Per essere felici bisogna scegliere di esserlo e comportarsi in modo da esserlo e fare del proprio meglio per esserlo.

La felicità è una abitudine alla quale non ci sia abitua grazie alla gratitudine. La prima abitudine, infatti, è proprio la gratitudine. La gratitudine è il riconoscimento del dono prezioso della vita e del suo essere effimera: se non finisse mai non sarebbe preziosa, se non fosse piena di problemi e di alti e bassi sarebbe noiosa. Poi, se hai lavorato bene, i tuoi problemi non saranno sempre gli stessi. Ne avrai di migliori, più complessi, più interessanti.

La seconda abitudine dunque è la curiosità. Per avere problemi più grandi bisogna cercarseli. Studiare, crescere, migliorare e andare oltre il proprio limite, lì dove nasce l’errore di inesperienza, lì dove si sperimenta qualcosa di nuovo e si fa qualche scivolone. Esci dalla tua zona di comfort di tanto in tanto e scopri cosa ti aspetta se fai quello che non hai mai fatto.

Ecco che quindi che improvvisamente trovi la terza abitudine: il perdono. Non solo quello nei confronti degli altri. Anche nei tuoi confronti. Attenzione: perdonare non significa dimenticare. Anzi! Per crescere e migliorare serve buona memoria degli errori e perdono per chi li ha commessi soprattutto se stava imparando e ha dimostrato di aver appreso la lezione.

Proprio per questa ragione che la quarta abitudine è la pazienza. Serve tanta pazienza nella vita. Che non vuol dire sedersi sul divano e aspettare che passi il treno della vita. Hai mai notato quanto sono scomode le panchine della stazione? Ecco servono proprio a ricordarti che sei lì per partire. Con un po’ di pazienza, se ti dai da fare per trovare il binario giusto, passerà il treno che desideri.

Per questa ragione l’ultima abitudine è la gentilezza. Non a caso è l’ultima: se dopo tutto quello che hai passato per prendere quel cavolo di treno riesci ancora ad essere gentile, be’ hai tutta la mia stima. Essere sempre gentili è molto difficili. Eppure, ne vale la pena. Ci sono persone che viaggiano con bagagli grandi e ingombranti e non sanno di cosa fare a meno. Oppure ne hanno di piccoli ma pesantissimi.

Chiusi dentro valigie striminzite delle quali hanno perso la chiave. Non ricordano o non sanno perché si trascinano dietro quel peso. Devono ancora imparare a viaggiare leggeri come stai imparando a fare tu.

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