We can be Heroes

Tu te ne sei andato e io ho tanto freddo

Questa mattina, quando ho aperto il computer sul sito del Corriere, mi si è gelato il sangue. La pagina non caricava, l’unica cosa che potevo vedere era la tua foto, in evidenza, la prima notizia era su di te. Poteva esserci una sola ragione, e ho iniziato a tremare.

Il tempo si è fermato, e dopo molto, il titolo confermava quello che temevo. Erano venuti a riprenderti.

Avrei dovuto capirlo: se fossi stato più attento; se avessi ascoltato bene i testi del tuo ultimo capolavoro; se avessi prestato attenzione alla mia insonnia di ieri notte; al caffè che ho versato sul mio Mac nel pomeriggio… c’era qualcosa nell’aria ma, non l’ho capito. Anche stavolta hai anticipato tutto e tutti. Hai aspettato l’uscita dell’album. Hai atteso di vederlo andare primo in classifica, poi circondato dai tuoi cari, hai lasciato il tuo corpo che lottava da troppo con un tumore segreto.

Sei stato grande anche nell’ultimo atto. Persino la morte di Ziggy fu improvvisa.

E ora io non riesco a smettere di piangere. Sembro un ragazzino. Continuo a sentire freddo, anche se ho il riscaldamento al massimo e il maglione del nonno. Per alcuni sono stupido e infantile. Secondo loro piango un cantante. Non sanno che eri molto di più per tutto il mondo.

Per me eri l’uomo con cui ho passato più tempo in tutta la mia vita. Da quel lontano 1977, quando comprammo il nostro primo LP, sei stato con me sempre. Ti ascoltavo, ti guardavo e ti chiamavo. E tu c’eri sempre.

Nella mia mente abbiamo fatto milioni di conversazioni. Le tue canzoni hanno risposto alle mie domande, indicato la via e accompagnato i momenti più importanti della mia vita. A 10 anni litigavo con i miei compagni di elementare che dicevano che eri frocio (che brutta parola!), perché non potevano capire cosa significasse essere bisex. La maestra/suora si lamentava con i miei (persone illuminate), per avermi lasciato sveglio fino tardi per guardarti in TV a “Odeon”, dove presentasti “Heroes”. Per vederti, la prima volta, sono dovuto venire in Francia saltando un giorno di scuola in 4° superiore. Sono persino tornato all’esibizione in tuo onore a Londra, perché la prima volta le lacrime di emozione non mi permettevano di vedere i pezzi di storia esposti. So tutto di te: delle tue tante donne, dell’amore per la tua fantastica moglie, per i tuoi figli… da dove venivi, cosa dicevi nelle canzoni e perché… L’unica cosa che non ho mai saputo è dove stavi andando, e anche questa volta è andata così.

Sono triste. Tanto triste.

È normale che alcuni non capiscano il mio dolore. L’amore non si può capire, si può solo condividere. Pochi purtroppo sanno che tutta la musica che ascoltiamo oggi è figlia tua. Io so, che tutto quello che amo musicalmente, ha il tuo tocco. Ora in tanti parleranno di te. Diranno la loro. Usciranno canzoni “perdute”, raccolte postume, libri di memorie. Metteranno le tue canzoni, i tuoi film e il resto. Io comprerò, ascolterò, guarderò tutto… Continuerò a essere il tuo fan numero uno.

Io sono quello che sono, grazie a te. La mia vita è ricca, grazie a te. Faccio quello che faccio, grazie a te.

Nella mente mi consolo. Penso alla fortuna che ho avuto di vivere negli stessi anni in cui hai vissuto tu. Di averti visto tantissime volte in concerto. Mi consola sapere che hai fatto tutto quello che volevi, e anche di più. Non ti sei mai interessato del giudizio altrui. Eri un vero gentleman. Generoso, onesto, educato… Lo dicono tutti (sì tutti). Lo dicono le coriste, i musicisti, i camerieri, i giornalisti… Lo dicono i grandi (come Iggy Pop, Tina Turner, e Lou Reed), che hai letteralmente salvato grazie alla tua generosità. Hai scopato tutto quello che ti andava di scopare, bevuto l’impossibile, sniffato, viaggiato, suonato, composto, dipinto, interpretato… Poi è arrivato il vero amore. Hai donato tutto te stesso a Iman, donna straordinaria. Nel tuo ultimo capolavoro dici: “look up here, I’m in heaven…”, tu sapevi tutto e questo consola la mia mente. Mi consola, ma continuo a piangere e a sentire freddo. Non so cosa succederà ora.

Spero solo di sognarti stanotte per poterti chiedere ora che lo sai “so, is there life on Mars?”.

Love on ya, always. Claudio

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